Una volta tanto un'bell'articolo senza pregiudizi. Lo ricoprio qui, chissà magari non verrà perso..
Un popolo di giocatori ... di ruolo
Da tavola, dal vivo o dal pc
Vivere un giorno da cavaliere o da principessa, o solo per un paio d'ore far finta di essere un mago potente e malvagio. Senza effetti speciali o macchine del tempo: bastano una buona dose di fantasia e immaginazione, e anche un boschetto fuori città puòdiventare una foresta, un muro di cartapesta la cinta muraria di un castello, una spada di gommapiuma una temibile Durlindana. Sono i giochi di ruolo, dall'inglese "role playing game", un fenomeno che vanta già 30 anni di storia, ma che oggi conosce un nuovo boom, anche grazie ai tanti appassionati che li praticano: cinquemila quelli che giocano dal vivo, tra 10 e 20mila, i giocatori da tavolo, Incalcolabili, ma numerosissimi specie tra le fasce d'età più giovani, quelli che giocano sul pc e on line.
Nati in America nel 1974, il capostipite fu "Dungeons and drangon", i giochi di ruolo si basano su un mondo immaginario o simulato, in cui i giocatori assumono il ruolo di personaggi e con le loro mosse decidono, di volta in volta, l'evolversi della storia. Gli appassionati e gli esperti della materia, con perifrasi più affascinanti, parlano di "gioco delle interpretazioni", di "teatro della mente", di "fantasia condivisa". Si parte sempre da un narratore, anche detto master, che espone la situazione iniziale, per lo più in un'ambientazione fantasy, ma anche horror o thriller, e da cui poi si dipanano le avventure dei singoli personaggi. Dalle loro scelte dipende l'esito della missione: salvare la principessa, trovare un tesoro misterioso, sconfiggere il temibile drago.
Nella più classica e originale delle versioni, quella amata dai "puristi" della materia, e che si aggirano intorno alle 20mila persone, si gioca attorno a un tavolo, con supporti come fogli di carta, matite, dadi ed occasionalmente miniature; ci si muove con la forza del pensiero, al posto delle azioni le parole.
Nel caso dei giochi di ruolo dal vivo, subentrati in un secondo tempo, tutto si trasforma in una grande avventura all'aperto, quello che prima ci si limitava a dire, ora si fa. Si corre davvero, si attraversano ponti, ci si aggira tra i boschi, si montano tende e costruiscono armi. Di finto c'è che siamo nel XXI secolo, e non nel 1200, ma la passione è vera, reale.
Per alcuni giorni l'anno gli appassionati della versione dal vivo svestono i panni da professionisti, studenti e padri di famiglia, per indossare quelli di eroici personaggi di un mondo incantato, e darsi appuntamento in veri e propri raduni dove l'obiettivo è uno solo: giocare. E' quello che accadrà nel primo raduno internazionale in cui confluiranno, vicino a Parma dal 10 al 4 giugno , tutte le associazioni italiane di giochi di ruolo dal vivo. Nelle mitiche "terre di Bellatrix", ricostruite per l'occasione con scenografie fantasy e medievali, avrà luogo il più grande gioco di ruolo italiano, sul modello di quanto già accade ormai da anni all'estero. In Inghilterra, a "Ghatering" si sono presentati nell'ultimo anno qualcosa come 6mila giocatori in costume; all'evento tedesco, "Draken Feste", a rincorrersi tra labirinti e finti boschi incantati erano in 12mila.
Dietro i giochi di ruolo dal vivo si nasconde un mondo vastissimo, fatto di esperti e appassionati, di associazioni grandi e piccole, molte delle quali iscritte al Csen, il Centro Sportivo Educativo nazionale, l'ente sportivo che organizza anche il mega raduno nelle terre di Bellatrix. Ma qual è il profilo del giocatore di ruolo che si traveste e si cala nei panni di cavaliere o orco cattivo? L'età media va dai 25 ai 30 anni, spesso sono tecnici, con una formazione scientifica, ma che hanno anche una buona manualità, che sono capaci di montare una tenda o confezionarsi un costume.
I giochi di ruolo si sono diffusi in Italia soprattutto negli anni ottanta, nella loro versione di gioco da tavolo, arrivando a toccare anche i 400mila giocatori. Un numero oggi drasticamente diminuito, a causa della diffusione di altre modalità di gioco come quelle dal vivo, appunto, o quelle su computer o su Internet. Ma davanti a queste nuove modalità di gioco, chi ha conosciuto e amato la versione originale storce il naso e continua a ritenere veri giochi di ruolo solo quelli fatti attorno a un tavolo,con il vecchio e amato libro come unico supporto.
Intanto all'Università è nato anche il corso in strategie di narrazione ipertestuale, tenuto dal professore Luca Giuliano, che difende "a spada tratta" la versione originale dei "Dangeous and Dragon", ovvero quella da tavola, "nei giochi su pc o su internet resta ben poco dell'interattività originale. I veri giochi di ruolo, in realtà, sono impegnativi, considerato anche lo stretto legame che hanno con il mondo della letteratura. Fonte di ispirazione è tutta la letteratura popolare del novecento, come 'Il signore degli anelli di Tolkien o i gialli di Agatha Christie".